La grafologia, lo zen e l’arte di Accurata spontanea (1° parte)

I caratteri “mente di principiante” nella scrittura di Shunriu Suzuki

In grafologia Accurata spontanea è tra i segni più significativi nell’indicare la personalità autonoma e matura, affrancata dai condizionamenti del vissuto. Chi presenta un buon grado di tale segno si trova nelle condizioni di riuscire positivamente ad adempiere al compito evolutivo dell’archetipo dell’individuazione, ovvero quello di diventare individuo e, in quanto tale, originale.

Da questo punto di vista sono interessanti le analogie tra i suoi elementi costitutivi (spontaneità grafica, fluidità, disuguaglianza metodica) e le prescrizioni dello stile calligrafico zen. “Lo stile calligrafico zen consiste nello scrivere nel modo più spontaneo e semplice possibile, come appunto un principiante, senza cercare di fare qualcosa di raffinato o meraviglioso, ma semplicemente scrivendo con totale attenzione, come se si scoprisse per la prima volta quello che si sta scrivendo; allora la propria piena natura sarà presente nella scrittura. E’ questo il modo di praticare attimo per attimo” (Suzuki-roschi, 1976, p.12).

Collocandosi al centro del continuum tra la prevalenza delle spinte inconsce (Gettata via alla meglio e alla peggio) e l’eccesso di freno cosciente dell’accuratezza, Accurata spontanea indica la persona che può raggiungere i più alti gradi di differenziazione personale. Ciò significa la potenzialità di essere davvero autonomo, indipendente, affrancato dalle spire dei condizionamenti del proprio passato, riuscendo a differenziare dal proprio inconscio individuale e da quello collettivo le proprie funzioni psichiche.

Le funzioni psichiche e il carro senza ruote

Il tema della differenziazione è decisivo per l’equilibrio e la maturità psichica. La posta in gioco è quella di riuscire ad integrare nella coscienza, stando ad esempio a quanto osserva Carl Gustav Jung, la sensazione, l’intuizione, il sentimento e il pensiero in maniera ottimale, senza che alcuna di queste quattro funzioni rimanga rimossa e pertanto inconscia.

Quando ciò accade, Jung paragona tale processo al fenomeno alchemico di un carro di cui le stesse ruote sono salite sopra di esso. Senza più poggiare sul terreno, il carro-uomo è in grado di dirigersi liberamente dove preferisce e senza sforzo.
Ma questa è una metafora che indica la nascita di qualcos’altro che è maggiore della somma delle sue parti. Laddove l’individuo differenzia ottimamente tutte le quattro funzioni psichiche con cui si orienta nel mondo, emerge qualcosa che prima non c’era. Si tratta di un individuo che non è più ‘dividuo’, diviso, divisibile, frammentario, alieno a se stesso.

L’Io magico e l’indifferenza creativa

Qui mi avvicino molto al pensiero del filosofo tedesco Salomo Friedlander, così come viene espresso dallo psichiatra cileno Claudio Naranjo (2009, p. 135): “Friedlander parla molto dell’Io ma lo chiama soprattutto l’indifferenza creativa o creatrice. In un suo libro postumo, intitolato Das Magische Ich, parla molto di ‘individuo’, il nucleo centrale della persona, a differenza di ‘dividuo’. Normalmente, dice, siamo ‘dividui’, siamo divisi, ma esiste la potenzialità di essere individui, ovvero indivisi“. L’indifferenza creativa è la condizione dell’Io magico, la cui atmosfera psichica non si identifica più con nessuna delle sue quattro funzioni psichiche, come un carro che non si appoggia a nessuna delle sue quattro ruote.

Stando così le cose, il processo della differenziazione raggiunge il suo culmine, solo apparentemente paradossale, nell’indifferenza creativa. Si tratta pertanto di un lungo processo che chiude il cerchio dello sviluppo ottimale dell’uomo.
Si comprende bene che anche le prescrizioni dello stile calligrafico zen vanno nella stessa direzione. Lo scrivente non deve avere nessuna pretesa di scrivere in maniera meravigliosa, come se realizzasse uno stupendo disegno attestante chissà quali talenti personali, bensì deve attenersi, come prova della sua umiltà e maturità, alla semplicità e spontaneità grafica.
Sono requisiti che la grafologia di Girolamo Moretti postula a chiare lettere. Il segno principe dello sviluppo dell’individuazione e che presenta le potenzialità di raggiungere il suo culmine nell’indifferenza creativa dell’Io, ovvero Disuguale metodico, è la base necessaria del segno grafologico Accurata spontanea.

(continua, vedi 2° parte)

Riferimenti bibliografici

Suzuki Roschi S., Mente zen mente da principiante, Ubaldini, Roma 1976.

Naranjo C., Per una Gestalt viva, Astrolabio, Roma 2009.