L’enneagramma e la grafologia di Moretti

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In questo articolo scrivo di alcune possibili relazioni tra l’enneagramma e la grafologia di Girolamo Moretti. Per quanto appartengano ad ambiti diversi, presentano alcune caratteristiche di base straordinariamente simili. Ciò ne permette un confronto e un reciproco arricchimento.

Le tipologie

Le tipologie aiutano a comprendere la realtà. Nella complessità dei fenomeni della vita, riuscire a inquadrare e classificare somiglianze e differenze ha sempre aiutato l’essere umano ad orientarsi con successo nel mondo.

Anche in psicologia, le tipologie sono sempre state di profondo aiuto per comprendere i propri simili. Pur di incomparabile importanza, presentano tuttavia il limite di procedere a classificazioni generali riduttive della complessità e mistero di ogni singolo individuo.

Solitamente esse partono dalla descrizione della periferia del comportamento, cercando di arrivare – tramite successive approssimazioni – al nucleo dell’individualità.

Ma che riescano effettivamente in questo compito non sempre accade, e possono lasciare a chi le utilizza un senso incompiuto di insoddisfazione, come se l’intimo del soggetto esaminato riuscisse a sottrarsi a tale indagine.

L’enneagramma

Benché non esente, tale rischio solo in minima parte riguarda anche l’enneagramma. Rispetto a tante tipologie che si prefiggono di cogliere e descrivere l’individualità umana, esso non parte dall’esteriore,  ma dall’analisi e studio delle motivazioni interiori, dei perni comportamentali inconsci.

Diventando tratti costanti dell’impostazione caratteriale, si costituiscono come vizi e passioni su cui ruota inconsapevole il comportamento, il pensiero e l’affettività dell’individuo.

E come l’enneagramma presenta tale specificità di procedere dall’intimo dell’uomo fino all’esterno del suo comportamento, altrettanto si può dire della grafologia di Girolamo Moretti.

La grafologia di Girolamo Moretti

Ciò che le è proprio, con prerogative uniche, è la capacità di cogliere dalla scrittura dell’individuo la sua intima unità psicosomatica.

Tale originalità di concezione è stata ben evidenziata da Nazzareno Palaferri. Attuando un confronto con la grafologia francese di Julies Crepieux-Jamin, così Palaferri scrive: “…prendendo in mano il testo di Crépieux-Jamin, da poche pagine, [Moretti] capì l’impostazione del suo metodo, e sentì subito che quella grafologia non rispondeva al suo modo di vedere l’uomo e la personalità umana; perciò la rifiutò e ne iniziò una che fosse veramente a misura d’uomo. Più volte egli stesso confessa che la cosa gli è costata fatica, spesso anche intima sofferenza e talvolta crisi.

Si potrebbe perciò dire senza rischio d’errore che i due metodi partono da opposte direzioni: quello jaminiano dalla periferia del comportamento, per deduzione, verso il centro dell’uomo; quello morettiano dal centro dell’uomo e delle sue strutture alla sintesi del comportamento grafico. Penso sia questa la vera chiave di lettura della sua grafologia, sia come interpretazione sia come applicazione”.[1]N. Palaferri, L’indagine grafologica e il metodo morettiano, Messaggero, Padova 2005, p.19.
Da profondo intuitivo e sensitivo, Girolamo Moretti vede la sintesi psicologica di tutto l’individuo scrivente, comprendendolo dalla sua risultante interna, dal piano delle motivazioni inconsce, dalla linfa della sua vitalità e dalla continuità del piano costituzionale fino alla sua evoluzione caratteriale.[2]Vedi anche articolo Lo spazio grafico nell’intuizione visiva di Moretti.

Tale approccio alla scrittura trova il suo culmine in ciò che egli individua e definisce sin dal 1938 come vizio o passione predominante , su cui ruota tutto il carattere del soggetto senza che questi se ne renda conto.

Le ragioni dell’utilizzo dello stesso linguaggio

Non è un caso che l’enneagramma e la grafologia di Girolamo Moretti si trovino a parlare lo stesso linguaggio.

Partendo dal nucleo intimo dell’individuo, entrambi non possono fare a meno di legarlo ai principali istinti (conservativo, sessuale e sociale per l’enneagramma; vitale, sessuale e psichico per Moretti), ai vizi capitali e, tra questi, ad uno che predomina sugli altri.

Entrambi inoltre dilatano longitudinalmente lo spazio interiore dell’uomo perché, pur se ne abbassano la personalità alla stregua di un cieco, inconsapevole e meccanico agire, ne spronano l’anima ad alzarsi e ricordare la propria possibilità di coscienza ed etnia spirituale.

Infine, ma non da ultimo, l’utilizzo dello stesso linguaggio lascia supporre un ulteriore  fattore in comune: la prospettiva cristiana. All’interno di questa, si parla ampiamente di vizi capitali contrapposti a virtù, così come di passioni predominanti che tengono l’uomo sotto scacco.

Se Moretti usa questi termini, basta solo ricordare la sua scelta religiosa francescana e la relativa influenza di questa sul suo pensiero. Discorso certamente più complesso per l’enneagramma, ma certamente anche per esso vi sono evidenti riferimenti al cristianesimo.[3]Cf. ad esempio R. Rohr, A. Ebert, The enneagram. A christian perspective, The Crossroad publishing company, New York 2009.

Le origini dell’enneagramma

È grazie al maestro armeno Georges I. Gurdjeff che oggi conosciamo l’enneagramma. Egli ne parla in Russia all’interno del suo Sistema nei primi decenni del secolo scorso, in un’accezione ben più ampia della sua applicazione psicologica attuale.[4]Cf. P.D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto, Astrolabio, Roma 1976., p. 326 e ss.: “G. ritornò sovente sull’enneagramma in varie occasioni: “Ogni tutto integrale, … Continue reading

Di certo sulle sue origini c’è ben poco, se non che esso sia legato al pensiero di alcune organizzazioni religiose sufi, al cui interno veniva tramandato per via orale.

Alcuni lo datano addirittura prima di Cristo. Personalmente, tale ipotesi non mi convince affatto. Mi sembra invece evidente che nei riferimenti culturali sottesi all’enneagramma ci sia la presenza del sistema decimale. Esso presenta infatti nove punti iscritti in un cerchio, ovvero lo zero. Inoltre, i particolari collegamenti interni dei nove punti, inerenti a quanto Gurdjieff chiama la Legge del 7, seguono esattamente la divisione 0/7=0,142857.

Inoltre, anche se forse sottovalutato dalla maggioranza di coloro che si interessano all’enneagramma, dietro le origini di questo simbolo vi è stata certamente anche l’influenza dei primi Padri del deserto tra i quali spicca la figura di Evagrio Pontico e successivamente, in epoca medioevale, quella di Raimondo Lullo.

Il primo scrive I vizi opposti alle virtù [5]E. Pontico, A Eulogio. Sulla confessione dei pensieri e consigli di vita. I vizi opposti alle virtù, San Paolo, Milano 2006., il cui concetto di contrapposizione tra vizi e virtù è un cardine dell’enneagramma. Il secondo argomenta sui “nove volti di Dio” e sui relativi attributi, inscrivendoli all’interno di un cerchio tramite tre triangoli equilateri[6]Per approfondimento sull’influenza di Evagrio Pontico e di Raimondo Lullo sulla genesi dell’enneagramma vedi R. Rohr, A Elbert, The enneagramm…, cit..

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Le qualità di Dio secondo Raimondo Lullo.[7]Da R. Rohr, A. Ebert, The enneagram…, cit., p. 16.
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Raimondo Lullo: i relativi principi.[8]Id., p. 17.

Capire Moretti

Le intuizioni degli uomini davvero geniali vanno direttamente alla sostanza delle cose. Sono delle estreme sintesi, in cui lo spirito si fonde con la materia, la mente con il corpo, la scienza con l’arte, la psicologia con la filosofia e la religione.

È solo con un approccio interdisciplinare che possono essere comprese, apprezzate e amate in tutto il loro significato e bellezza.

La stessa cosa inevitabilmente avviene con la grafologia di Girolamo Moretti. Per comprenderla esiste solo una strada, l’interdisciplinarità: “Il problema del grafologo morettiano è quello di una seria preparazione interdisciplinare che lo porti a cogliere quanto di profondo e unico nella storia della grafologia sta dietro l’apparente facile lettura di Moretti“.[9]“N. Palaferri in L. Massi, Personalità e grafologia, Youcanprint, Lecce 2014, p. 9.

È questa imprescindibile necessità che deve spingere gli studiosi di grafologia di mente aperta a interessarsi di quei saperi che permettono di mettere in giusta luce la portata di tanti assunti morettiani.

In particolare, data l’affinità di tanti concetti che legano tra loro l’ennegramma e la grafologia di Girolamo Moretti, è ancora più stringente la necessità di attuarne un confronto tra loro.

E’ stupefacente pensare che Girolamo Moretti sia stato capace di costruire una straordinaria grafologia – vale a dire psicologia – tutto da solo, senza poggiarsi minimamente su quanto prodotto dai precedenti grandi autori esteri.

Il silenzio

La grandezza della sua grafologia è confermata da un’ulteriore similitudine che può scorgersi con l’enneagramma: il silenzio. Quello provato da un frate francescano nella sua non condivisibile – perché troppo geniale – solitudine intellettuale. E quello con cui l’enneagramma veniva tramandato esotericamente all’interno della tradizione orale.

Conclusioni

In questo articolo ho cercato di evidenziare somiglianze e affinità tra l’enneagramma e la grafologia di Girolamo Moretti. Da un loro confronto e studio credo che entrambi abbiano da guadagnare. L’enneagramma può favorire una migliore comprensione della grafologia di Girolamo Moretti, e la grafologia di Girolamo Moretti può gettare nuova luce sull’enneagramma.


References

1 N. Palaferri, L’indagine grafologica e il metodo morettiano, Messaggero, Padova 2005, p.19.
2 Vedi anche articolo Lo spazio grafico nell’intuizione visiva di Moretti.
3 Cf. ad esempio R. Rohr, A. Ebert, The enneagram. A christian perspective, The Crossroad publishing company, New York 2009.
4 Cf. P.D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto, Astrolabio, Roma 1976., p. 326 e ss.: “G. ritornò sovente sull’enneagramma in varie occasioni:Ogni tutto integrale, ogni cosmo, ogni organismo, ogni pianta è un enneagramma, diceva. …In senso generale, bisogna comprendere che l’enneagramma è un simbolo universale. Ogni scienza ha un posto nell’enneagramma e può essere interpretata per mezzo dell’enneagramma.

Sotto questo rapporto si può dire che un uomo non conosce veramente, cioè non comprende, se non quello che è capace di inserire nell’enneagramma. Ciò che non è in grado di porre nell’enneagramma non lo comprende. Per un uomo che sappia utilizzarlo,l’enneagramma rende libri e biblioteche del tutto inutili; ogni cosa può essere inclusa e letta nell’enneagramma. Un uomo isolato nel deserto che tracci l’enneagramma sulla sabbia, può leggere in esso le leggi eterne dell’universo. Ed ogni volta egli può imparare qualcosa di nuovo, qualcosa che prima ignorava del tutto.”P.D. Ouspensky, Frammenti…, cit., p. 327-8.

5 E. Pontico, A Eulogio. Sulla confessione dei pensieri e consigli di vita. I vizi opposti alle virtù, San Paolo, Milano 2006.
6 Per approfondimento sull’influenza di Evagrio Pontico e di Raimondo Lullo sulla genesi dell’enneagramma vedi R. Rohr, A Elbert, The enneagramm…, cit.
7 Da R. Rohr, A. Ebert, The enneagram…, cit., p. 16.
8 Id., p. 17.
9 “N. Palaferri in L. Massi, Personalità e grafologia, Youcanprint, Lecce 2014, p. 9.