Albert Einstein è l’uomo che ha rivoluzionato tanta scienza dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande. Egli presenta una grafia in cui le lettere – come le idee che spontaneamente affiorano alla sua coscienza – si collegano incessantemente e fluidamente tra loro (Fluida, Accurata spontanea, Attaccata, Disuguale metodico).
Ne deriva un pensiero arricchito dall’insorgenza di spontanee intuizioni e che assimila e sfronda la realtà da tutto ciò che è superfluo. Vi è inoltre “l’ansia” di conoscere e di sottrarre all’oscurità dell’ignoranza la chiarezza di nuove concezioni (Pendente, Parca, Chiara e Oscura in equilibrio tra loro, Disuguale metodico).
Ma da contraltare ad una mente che senza incoerenze legge e assimila la realtà, anche quella più sottile e invisibile, vi è invece un sentimento contraddittorio.
Il forte bisogno di riscontro affettivo lede la reale autonomia dell’uomo che, non più a suo agio come nella lettura astratta del tempo e dello spazio, reagisce ambivalentemente con la legge junghiana del tutto o del niente.
In altre parole, alterna facile influenzabilità e passionalità, alla ritrosia di lasciarsi effettivamente coinvolgere il cuore (Pendente, Parca).
Albert Einstein, un enneatipo 7 sociale
Molti autori di pubblicazioni sull’enneagramma vedono Albert Einstein come enneatipo 5. A mio avviso, invece, egli è un enneatipo 7, sottotipo sociale.
A ingenerare errori penso ci siano all’opera alcuni stereotipi, non rari all’interno di coloro che si occupano di enneagramma.
Il primo tra questi è ritenere che solo l’enneatipo 5 possa essere amante del sapere, sempre alla ricerca del perchè delle cose, appassionato di speculare astrattamente sulle teorie alla base della realtà. E poichè Einstein è il geniale scopritore di una delle teorie più famose e importanti della storia, non può che essere un 5.
La realtà, invece, è che il genio è trasversale a tutti i nove enneatipi, così come la tristezza e sofferenza, ad esempio, non sono prerogative esclusive dell’enneatipo 4.
Stando così le cose, credo che Einstein sia un enneatipo 7 in base a due ordini di ragioni. La grafologia lo rivela, e la morfopsicologia del volto (secondo Corman, vedi) lo conferma.
Generalmente, l’enneatipo 5 presenta impaccio, imbarazzo, atteggiamenti schivi e comunicativa non verbale trattenuta. Analogamente, ciò deve rivelarsi nella sua grafia, che ad esempio non presenta mai il segno Fluida in alto grado.
La scrittura di Einstein mostra invece notevole scorrevolezza. Il gesto grafico è libero di scivolare sulla carta, a pieno agio con il contatto del foglio. La grafia, accanto ad Accurata spontanea, presenta anche qualche vezzo grafico riconducibile al segno grafologico Vezzosa birichina, la piccola spia decisiva riguardo la sua appartenenza alla solarità, libertà interiore, ottimismo tipico dell”enneatipo 7.
Riguardo al sottotipo, il movimento della grafia sia centrifugo sia centripeto (per approfondimento vedi mio libro Ennneagramma, biotipologia e grafologia) è rivelatore della prevalenza dell’istinto sociale.
Il volto buono e lo sguardo furbo
Proviamo a osservarne la fisionomia e l’espressione del volto.
Secondo la morfopsicologia di Corman, il volto dello scienziato è quello di un dilatato, con forme tendenzialmente rotondo-ovale.
Secondo gli isomorfismi di cui parlo in Enneagramma, biotipologia e grafologia, prevale decisamente quello da mammifero pesante. Vi si può pure scorgere la prevalenza della retrazione frontale, sinonimo di accentuata riflessione psichica.
La generale impressione che il volto di Einstein suscita è quello di una persona sostanzialmente socievole, anche buona, e con un’espressione furba e birichina (vedi segno Vezzosa birichina).
Sono le caratteristiche tipiche del 7 sociale. La parola chiave secondo Claudio Naranjo che descrive questo carattere è “sacrificio”. Con ciò si intende il fatto che questo sottotipo viene anche detto il controtipo. Tra i tre sottotipi è quello più disciplinato, rinunciando perlomeno parzialmente alla soddisfazione della gola, ponendosi maggiormente a servizio del sociale.