La grafologia e i suoi capiscuola. Il progresso della scienza è simile ad una strada che presenta rettilinei, curve, salite e discese. Vi sono anche incroci, direzioni giuste intraprese, sensi unici, ma anche strade senza uscita e vicoli ciechi.
In altri termini, un assunto scientifico è vero fino a quando ne viene dimostrato l’errore. Alla prima teoria ne segue una complementare o opposta, che rimane in auge fino a quando, a propria volta, un’altra teoria ne prenderà il posto.
Errori madornali, serendipity, Dio gioca a dadi?
La terra è piatta, no, è sferica. Il sole gira intorno alla terra, no, ci siamo sbagliati. L’atomo è indivisibile, no, esistono particelle subatomiche. Dio non gioca a dadi, o chissà, forse sì. Per non parlare, poi, della serendipity, vale a dire di tutte quelle scoperte scientifiche avvenute per caso o per sbaglio, cercando spesso di trovare cose di tutt’altra natura. Tutte le scienze sono sempre state come aule parlamentari con partiti, correnti, fazioni, alleati e avversari.
La singolarità della grafologia
Venendo alla grafologia, ci si imbatte invece in un fenomeno alquanto singolare che, personalmente, mi desta stupore. E’ l’unica disciplina scientifica nella quale – dai primi precursori fino ai grandi caposcuola, anche a distanza di secoli – gli assunti di fondo sono sempre stati universalmente condivisi. Vi sono sì stati notevoli approfondimenti e nuove acquisizioni, ma senza mai stravolgere il pensiero dei predecessori.
Le caratteristiche comuni
In comune con le altre scienze, la grafologia condivide innanzitutto il seguente principio di fondo: la conoscenza del proprio oggetto di studio, nel caso della grafologia l’essere umano tramite il suo comportamento grafico, non avrà mai fine. In secondo luogo, sapendo che la complessità di ogni realtà indagata impone un dialogo interdisciplinare di verifica e arricchimento reciproco, la grafologia non si sottrae a questa regola.
Essa dialoga tra le grafologie, vale a dire che un grafologo di scuola italiana deve conoscere i grandi capiscuola esteri e viceversa, e dialoga con le altre discipline che dal proprio punto di vista si interessano anch’esse all’uomo.