Grafologia dell’età evolutiva

Dallo scarabocchio alla grafia adulta

E’ abbastanza certo quando inizia l’età evolutiva dell’essere umano, vale a dire con la nascita, anzi, con il concepimento e con la vita intrauterina. E’ anche abbastanza certo quando l’età evolutiva termina, vale a dire mai. Anche a cento e passa anni, l’individuo può evolversi, imparare, crescere.
Ciò premesso, anche per delimitare uno spazio temporale che rischia il vago, l’ambito della grafologia dell’età evolutiva considera qualsiasi comportamento scrittorio, dalle prime manifestazioni grafiche come lo scarabocchio, fino alle grafie mature della maggiore età.

Alcuni concetti base

Per inquadrare bene l’argomento da un punto di vista teorico penso che occorre rifarsi ad alcuni concetti di base di grafologia generale.
Scrivere è un comportamento, non un test. E’ un comportamento al pari di tanti altri, come camminare, guardare, parlare, ma con l’importante differenza che esso è descrittivo – questo è un assunto della grafologia, esplicato da leggi neurofisiologiche e simboliche – della complessa attività del cervello triuno (MacLean).

Scrivere significa esprimersi, comunicare, pensare.
Dietro la mano, anche quella di un bambino che impugna la matita per la prima volta e traccia degli scarabocchi, vi è a monte un’ideazione, per quanto primitiva o abbozzata, di un impulso, un desiderio, un bisogno, un pensiero.
Cresce il bambino, cresce l’idea, cresce il disegno e la scrittura. Mano a mano che l’apprendimento del modello grafico viene automatizzato, il gesto scrittorio diventa sempre più espressione dell’intera personalità dello scrivente.

La scrittura come autoritratto inconscio

La maturazione dell’identità personale produce una grafia matura. Ma è vero anche il contrario, la grafia matura aiuta la maturazione dell’identità personale. Mi spiego. Sappiamo – ce lo dicono i grandi capiscuola, Crepieux-Jamin, Pulver, Moretti –  che la scrittura è l’autoritratto inconscio che il soggetto produce di se stesso. Con altre parole, la scrittura è anche lo specchio nel quale lo scrivente si riflette. E’ lo specchio che gli rimanda la qualità della propria immagine.

Educare a scrivere bene, che non significa fare calligrafia, ha un’importanza enorme per il benessere psichico del futuro adulto.
Luciano Massi
Vedi articolo correlato L’educazione del modello grafico.